Ho detto no…no, no e no…non voglio andare a scuola!!
Vi è mai capitato di sentir pronunciare queste parole da* vostr* figl*?.
Molto probabilmente sì!.
A qualcuno forse ogni mattina, magari fin dalla scuola dell’infanzia; a qualche altro genitore invece può essere successo di sentire questa frase più in là nel tempo e sporadicamente, il primo giorno di scuola o in occasione di una gita scolastica.
Le situazioni in cui questa frase viene pronunciata possono essere molto diverse, così come l’età de* bambin* o de* ragazz*, e diverse possono essere le motivazioni all’origine di questo rifiuto. Ciò che però può essere comune è la difficoltà che i genitori sperimentano nel gestire momenti come questi.
Una delle prime reazioni che mamme e papà possono avere è quella di rispondere con un “no” a loro volta. Può succedere di arrivare alle minacce e alle punizioni e ancora agire con forza trascinando fuori di casa il figlio o la figlia piangente e arrabbiat*!.
Esasperazione, frustrazione e rabbia sono i sentimenti che normalmente si attivano nel genitore in quel momento e per diversi motivi. Ad esempio perché saltare, bigiare o balzare la scuola (scegliete voi il termine a seconda della generazione a cui appartenete!!) è una possibilità poco percorribile, sia dal punto di vista sociale sia pratico. E poi perché al mattino si ha poco tempo, e si è poco lucidi per discutere e trovare soluzioni alternative.
Bisogna andare a scuola!!.
Nella maggior parte dei casi il rifiuto de* bambino o de* ragazz* non deriva dalla pigrizia o dalla mancanza di responsabilità, bensì può dipendere dalla paura, da stati d’ ansia o da una sensazione di disagio momentanea.
Quali sono le possibili cause del rifiuto?. Eccone alcune:
- Difficoltà a separarsi dai genitori
- Ansia da prestazione
- Ansia legata a difficoltà dell’apprendimento (non ancora diagnosticate..)
- Crisi rispetto alle scelte e al percorso scolastico che si sta svolgendo
- Litigi con i compagni, avvenuti o temuti
- Stanchezza, sonnolenza
- Rientro dopo le vacanze
Le motivazioni possono avere un’origine differente a seconda dell’età e del grado di scuola che si sta frequentando e per individuarle e comprenderle c’è bisogno di tempo. Tempo in cui potersi confrontare con gli insegnanti, con l’altro genitore o con il figlio o la figlia stessa senza però aspettarsi che risponda in modo chiaro alla domanda diretta. A volta può essere utile osservarne il comportamento in altre situazioni e individuare degli elementi comuni.
E come comportarsi quando arriva questo rifiuto?. Per ciascuna delle “cause” elencate può esserci una risposta diversa da attuare e strumenti diversi da mettere in campo che aiutino genitori e figl* ad affrontare il problema.
Mantenere la calma, per quanto possibile, e rimandare la discussione a quando si avrà più tempo a disposizione, è importante per non iniziare un braccio di ferro tra genitore e figl* proprio sulla porta di casa. Provate ad utilizzare frasi e parole di comprensione per il rifiuto che vostr* figl* sta esprimendo e di rispetto ed accoglienza per le emozioni che sta provando. Sgridarlo oppure sminuire la sua reazione difficilmente servirà a convincerlo ad andare a scuola!.
Una volta individuato un momento di calma provate a farvi raccontare da vostr* figl* come è andata la giornata, raccontando voi per primi cosa avete fatto al lavoro, cosa avete mangiato e le emozioni che avete vissuto. Inoltre creare una routine rilassante e non stressante per il risveglio calcolare bene i tempi da dedicare alla preparazione oppure leggere la sera una storia in cui immedesimarsi, sono azioni che possono aiutare vostr* figl*, e voi, a vivere più serenamente il momento in cui si va' a
scuola.
Quando invece sembra che niente funzioni, rivolgersi ad un professionista può essere necessario per riuscire ad individuare l’origine del rifiuto e le risorse che potete mettere in campo per superare il problema.
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