Nel corso degli ultimi 40 anni, il ruolo del padre, o meglio delle funzioni paterne, rispetto alla cura della gravidanza ed i primi mesi di vita de* bambin*, si è notevolmente trasformato.
L'interesse e la disponibilità a partecipare, e ad essere parte attiva, nel percorso di accompagnamento della gravidanza, del parto e nell'accudimento de* neonat* sono aumentati in modo esponenziale grazie ai cambiamenti socio-culturali che hanno riguardano la struttura e il funzionamento delle famiglie.
Dal punto di visto psicologico, relazionale ed educativo ciò ha una grande rilevanza.
Diversi studi dimostrano infatti come il coinvolgimento precoce delle funzioni paterne correli positivamente con la salute mentale e lo sviluppo cognitivo de* bambin* ed influisca su:
partner: sostegno allattamento al seno, maggior parità nei compiti di cura, riduzione rischio violenza domestica,
figl*: riduzione delle problematiche comportamentali in adolescenza, aumento del successo scolastico, aumento delle competenze emotive (autoregolazione, autostima, tolleranza alla frustrazione, etc...)
padre: aumento senso di autoefficacia rispetto alla capacità di comprensione e risposta ai bisogni de* bambin*.
Ma quali sono le difficoltà che rendono non sempre scontato e semplice il coinvolgimento dei padri?.
Da una parte troviamo alcuni elementi culturali del contesto sociale in cui si vive o che sono legati ai modelli genitoriali di cui si è fatto esperienza durante la propria infanzia. Essi rendono difficile l'ingaggio anche per quei papà che lo desiderano fortemente; gli effetti degli stereotipi di genere legati alla mascolinità e alle differenze tra i compiti da "maschio" e i compiti da "femmina" sono ancora molto presenti sia nei singoli individui, che in alcuni casi non partecipano alla cura della gravidanza e de* neonat* per timore del giudizio altrui, sia nei servizi e nelle istituzioni che non riescono a promuoverne una piena partecipazione (pensate ad esempio alla scuola...ancora oggi quale dei due genitori è più probabile che venga convocato per un colloquio con le insegnanti???).
Ci sono poi altri elementi che si intrecciano con i primi e che hanno a che fare con le dinamiche interne alla relazione di coppia; ad esempio vi può essere la difficoltà nel trovare un nuovo equilibrio e passare dalla coppia coniugale a quella genitoriale. Trasformazione necessaria per il benessere degli individui e del nucleo che essi compongono; la nascita e prima ancora l'arrivo di un figl* rappresentano una fase critica nella vita di una famiglia e portano ad inevitabili rotture e necessari aggiustamenti. Quando la relazione è insoddisfacente, manca la fiducia e il rispetto reciproco e si manifestano rabbia e conflittualità frequenti e probabile che il padre si disimpegni e non partecipi alla cura de* figl*.
In situazioni come queste il confronto o un breve percorso con uno specialista che si occupa di sostegno della genitorialità può essere fondamentale per evitare che queste difficoltà si trasformino in problematiche più profonde e più difficili da superare.
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